La comunicazione nella formazione
di Giuseppe Auletta
La comunicazione costituisce uno dei problemi fondamentali in ogni relazione umana e in particolare nei processi formativi. Comunicare è il processo attraverso il quale gli uomini rendono comuni idee, pensieri, informazioni, esperienze, conoscenze, bisogni.
Per questa capacità la comunicazione ha costituito anche la procedura di potenziamento dei gruppi sociali, etnici, religiosi. Questo vuol dire che l'uomo comunica non solo per la sua appartenenza al mondo, ma anche in virtù della sua appartenenza ad una specifica situazione culturale.
Comunicare significa negoziare sul tipo di linguaggio per cercare le migliori condizioni di trasmissione dei messaggi inviati.
Nella scuola, alcune volte, la comunicazione è impostata sulla base di uno schematismo di ruolo. Praticamente è unidirezionale da parte del docente che presenta contenuti della propria disciplina agli allievi nel modo più chiaro possibile, ma con scarse possibilità di intervenire.
Questo tipo di comunicazione didattica rivela la sua debolezza perché focalizzata sul contenuto. In questo modo la trasmissione dei contenuti si preoccupa solo della massima riduzione del rumore da parte dello studente che viene visto positivamente se ascolta in silenzio le parole del docente.
Questa forma di comunicazione didattica non prende adeguatamente in considerazione la trasformazione o la deformazione di significato che ogni messaggio subisce in modo inevitabile da parte di chi riceve a causa delle molteplici variabili culturali e cognitive.
Non si deve mai dare per scontato che due persone siano in grado di dare lo stesso significato a un messaggio per la diversità di codice posseduto tra chi parla e chi ascolta. Il significato non sta nella lingua, ma nella testa della persona.
Questo vuol dire che la comunicazione didattica deve partire dal riconoscimento reciproco, da parte dei due interlocutori, della identità di ciascuno. Questa disposizione psicologica-mentale consente alla comunicazione di diventare veramente dialogica ed aperta alla realizzazione di nuovi percorsi.
Il docente deve riconoscere lo studente non come un semplice destinatario del messaggio didattico, ma come soggetto che deve apprendere contenuti partendo dalle conoscenze e dalle capacità acquisite fino a quel momento. E' in questo riconoscimento la radice pedagogica della comunicazione didattica.
La comunicazione nella formazione deve essere finalizzata anche all'attivazione di tutte le operazioni cognitive attraverso le quali lo studente possa apprendere in modo adeguato uno specifico contenuto esercitando quelle capacità che possiedono i processi cognitivi.
Operare in questa prospettiva significa per il docente evitare di ricorrere solo ad una sua produzione verbale predominante, ridimensionare il ricorso a domande lunghe, allargare l'interazione alunno-docente, valorizzare le iniziative di domanda che lo studente manifesta, rinforzare ogni tentativo che cerchi di correggere errori.
Lo studente deve essere aiutatoa conquistare la sua identità personale divenendo sempre più consapevole e responsabile delle fondamentali relazioni che tale identità deve saper impostare: quelle con se stesso, quelle con gli altri, quelle con il mondo.
Solo a questa condizione il rapporto docente-allievo diventa interpersonale e può promuovere processi di crescita per entrambi.
La comunicazione nella formazione deve mirare allo scambio di contenuti non solo cognitivi e logici, ma anche metacognitivi, psicologici, accompagnandoli con quelle indicazioni che sono necessarie affinché lo studente non solo le colga, ma le interpreti e le comprenda in modo adeguato.
Nella comunicazione didattica il docente deve guidare l'allievo non solo a pensare il mondo, ma anche a pensare se stesso che pensa il mondo.
In conclusione il tipo di comunicazione nella formazione rappresenta la verifica per cogliere lo stile relazionale di un docente e individua il grado esplicativo della sua intenzionalità formativa. Inoltre serve a giudicare la sua competenza nella guida del processo di crescita della personalità dello studente in tutti i suoi aspetti, con la consapevolezza che l'educazione è un processo rischioso, in cui nessuna scelta è mai garantita in partenza.
Per questa capacità la comunicazione ha costituito anche la procedura di potenziamento dei gruppi sociali, etnici, religiosi. Questo vuol dire che l'uomo comunica non solo per la sua appartenenza al mondo, ma anche in virtù della sua appartenenza ad una specifica situazione culturale.
Comunicare significa negoziare sul tipo di linguaggio per cercare le migliori condizioni di trasmissione dei messaggi inviati.
Nella scuola, alcune volte, la comunicazione è impostata sulla base di uno schematismo di ruolo. Praticamente è unidirezionale da parte del docente che presenta contenuti della propria disciplina agli allievi nel modo più chiaro possibile, ma con scarse possibilità di intervenire.
Questo tipo di comunicazione didattica rivela la sua debolezza perché focalizzata sul contenuto. In questo modo la trasmissione dei contenuti si preoccupa solo della massima riduzione del rumore da parte dello studente che viene visto positivamente se ascolta in silenzio le parole del docente.
Questa forma di comunicazione didattica non prende adeguatamente in considerazione la trasformazione o la deformazione di significato che ogni messaggio subisce in modo inevitabile da parte di chi riceve a causa delle molteplici variabili culturali e cognitive.
Non si deve mai dare per scontato che due persone siano in grado di dare lo stesso significato a un messaggio per la diversità di codice posseduto tra chi parla e chi ascolta. Il significato non sta nella lingua, ma nella testa della persona.
Questo vuol dire che la comunicazione didattica deve partire dal riconoscimento reciproco, da parte dei due interlocutori, della identità di ciascuno. Questa disposizione psicologica-mentale consente alla comunicazione di diventare veramente dialogica ed aperta alla realizzazione di nuovi percorsi.
Il docente deve riconoscere lo studente non come un semplice destinatario del messaggio didattico, ma come soggetto che deve apprendere contenuti partendo dalle conoscenze e dalle capacità acquisite fino a quel momento. E' in questo riconoscimento la radice pedagogica della comunicazione didattica.
La comunicazione nella formazione deve essere finalizzata anche all'attivazione di tutte le operazioni cognitive attraverso le quali lo studente possa apprendere in modo adeguato uno specifico contenuto esercitando quelle capacità che possiedono i processi cognitivi.
Operare in questa prospettiva significa per il docente evitare di ricorrere solo ad una sua produzione verbale predominante, ridimensionare il ricorso a domande lunghe, allargare l'interazione alunno-docente, valorizzare le iniziative di domanda che lo studente manifesta, rinforzare ogni tentativo che cerchi di correggere errori.
Lo studente deve essere aiutatoa conquistare la sua identità personale divenendo sempre più consapevole e responsabile delle fondamentali relazioni che tale identità deve saper impostare: quelle con se stesso, quelle con gli altri, quelle con il mondo.
Solo a questa condizione il rapporto docente-allievo diventa interpersonale e può promuovere processi di crescita per entrambi.
La comunicazione nella formazione deve mirare allo scambio di contenuti non solo cognitivi e logici, ma anche metacognitivi, psicologici, accompagnandoli con quelle indicazioni che sono necessarie affinché lo studente non solo le colga, ma le interpreti e le comprenda in modo adeguato.
Nella comunicazione didattica il docente deve guidare l'allievo non solo a pensare il mondo, ma anche a pensare se stesso che pensa il mondo.
In conclusione il tipo di comunicazione nella formazione rappresenta la verifica per cogliere lo stile relazionale di un docente e individua il grado esplicativo della sua intenzionalità formativa. Inoltre serve a giudicare la sua competenza nella guida del processo di crescita della personalità dello studente in tutti i suoi aspetti, con la consapevolezza che l'educazione è un processo rischioso, in cui nessuna scelta è mai garantita in partenza.